In occasione del 17 Maggio, International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia, i volontari del Comitato Piacenza Pride hanno realizzato una campagna social postando un video collettivo e i pensieri di alcuni sostenitori.
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AMIAMO E SOSTENIAMO I NOSTRI FIGLI COSì COME SONO
di Rita Mura - Agedo Milano
Quando mio figlio ci comunicò di essere omosessuale aveva 15 anni, non
l’abbiamo rinnegato negandogli il nostro amore che è restato immutato,
gli abbiamo dato tutto il nostro sostegno che lo ha aiutato ad
affrontare il mondo esterno con serenità, a noi è sempre stata a cuore
la sua felicità e serenità e non di che sesso fosse la persona di cui
lui poteva innamorarsi.
Personalmente mi sono avvicinata a
questa realtà che conoscevo solo superficialmente e ho conosciuto
persone che gioiscono, amano, lavorano, soffrono, esattamente come ogni
essere umano; solo la loro sofferenza si diversifica poiché per
l’ignoranza della gente, spesso viene precluso il diritto umano di
vivere la propria vita alla luce del sole.
Troppo spesso si
sente di atti di violenza sia verbale che fisica verso i componenti di
questa comunità che nulla tolgono alle altre persone.
Oggi mio
figlio è un giovane uomo di 31 anni che grazie al suo lavoro
contribuisce all’economia del nostro Paese, ma che non viene ripagato
alla stessa maniera in quanto gli vengono ancora negati alcun diritti.
E’ amato e rispettato da tutte le persone che conosce e questo grazie
anche al sostegno che non gli è mai mancato da parte della sua famiglia e
vive la sua vita alla luce del sole.
Per vivere in pace con gli altri non deve mai mancare il rispetto reciproco.
Ai genitori rivolgo un appello “i figl* non sono una nostra proprietà,
non cercate di cambiarli continuate ad amarli e sostenerli e lasciate
che vivano la loro vita, stategli vicino ma ad un passo indietro pronti
ad aiutarli a rialzarsi e non rinnegateli mai; non importa se per questo
motivo perderete delle amicizie, non erano vere e comunque un figli* è
molto più importante”.
A tutti ricordo che I NOSTR* FIGL* SONO PARTE DEL MONDO E NON UN MONDO A PARTE!
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NON SMETTIAMO MAI DI IMPEGNARCI PER LA LIBERTA' DI TUTTI!
di Enrico Girardi.
Negli anni 70, avevo 20 anni e l’omofobia c’era, eccome se c’era.
La gran parte delle persone pensava che essere gay o lesbica fosse
disonorevole, una condizione da rifiutare e semmai nascondere. Era una
forma di omofobia radicata, culturale, diffusa, fatta di esclusioni e
derisioni, presente sui posti di lavoro, nella scuola, tra le amicizie
ed anche in famiglia.
E noi omosessuali come abbiamo reagito?
Sostanzialmente chiudendoci nei ghetti fatti di locali, posti di
ritrovo, amicizie, una specie di mondo parallelo, ma nascosto.
MA NON ERA LIBERTA’.
Sono passati anni, le cose sono cambiate, molto cambiate in meglio ed
il merito va alla costante, civile e faticosa lotta portata avanti dai
movimenti e dalle singole persone che non hanno mai mollato anche in
presenza di ostracismo e delusioni.
Però tutto ciò non basta
perché la vera emancipazione si realizzerà solo quando l’essere gay,
lesbica o trasgender non sarà più un’etichetta ( sia pur bonariamente
accettata ) e quando ognuno di noi sarà prima di tutto una persona, un
cittadino di questo paese.
E non si deve permettere a nessuno di farci tornare indietro!!
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MANIFESTIAMO CONTRO L'ODIO PER IL DIVERSO E LE MINORANZE!
di Edoardo Pivoni
"L’omosessualità
è una variante naturale del comportamento umano”: è il 17 maggio 1990
quando l’OMS pronuncia queste parole depennando l’omosessualità
dall’elenco delle malattie mentali.
Qualche anno più tardi,
nel 2004, Louis-Georges Tin, attivista francese che lotta da sempre
contro razzismo e omofobia, lancia IDAHO (International Day Against
Homofobia) e nel 2007 la Giornata diventa ricorrenza dell'Unione Europea
dopo l'emergere della discriminazione nelle politiche sociali di alcuni
Stati membri.
Il movimento continua ad ampliarsi in adesioni e
competenze: nel 2009 viene aggiunta la transfobia negli obiettivi della
campagna e nel 2015 la bifobia. IDAHO diventa IDAHOBIT e coinvolge,
oggi, 130 Paesi.
In tempi di Coronavirus, dove siamo chiamati a
rispettare i protocolli d'emergenza e a ricordare chi non c'è più, non
possiamo non commemorare, in tale giornata, anche chi non c'è più
lottando contro un virus culturale purtroppo ancora ben presente
nell'umanità: l'odio per il diverso, per le minoranze.
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ABBIAMO ANCORA BISOGNO DI CELEBRARE IL 17 MAGGIO!
di Pietro Ferrandi
Se la società stesse andando verso una sempre maggiore inclusività nei
confronti di tutte le minoranze sessuali, potremmo quasi azzardarci a
dire che ci sarebbe sempre meno bisogno di una giornata internazionale
contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Purtroppo non è così.
Anzi, sembra quasi che stia aumentando sempre di più la necessità di celebrare questa ricorrenza.
Assistiamo, continuamente, non solo a realtà in cui persone comuni ed
esponenti del mondo politico sono completamente indifferenti ed
insensibili alla promozione e tutela dei diritti LGBT, ma anche a
dichiarazioni e atti volti proprio ad ostacolare o, addirittura, ledere
moralmente o fisicamente persone gay, lesbiche, bisessuali o
transessuali. Questo fa intendere che c’è ancora molto da fare.
La battaglia per il riconoscimento dei diritti civili e della piena
uguaglianza, al resto della società, della comunità LGBT è ancora
pienamente in corso e terminerà soltanto quando ad ogni cittadino,
indipendentemente da identità ed orientamento sessuali, saranno
riconosciuti i propri diritti e la propria dignità.
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CIO' CHE CONTA E' L'INDIVIDUO NELLA SUA UNICITA'
di Federica Bernardini
Non si direbbe che sono già trascorsi 50 anni dai moti di Stonewall,
esplosi in una New York ostruzionista, molesta e violenta, per la difesa
dei diritti e del rispetto della comunità Lgbt.
Ecco, oggi
siamo ancora qui a parlarne. Siamo caduti, abbiamo visto passarci sotto
gli occhi ingiustizie difficilmente spiegabili e denigrazioni a vari
livelli, ma noi non ci arrendiamo e non ci arrenderemo mai. Continuiamo a
manifestare contro chi ancora nel 2020 vuole porre barriere limitative o
di razzismo verso chi semplicemente prova attrazioni emozionali
omoaffettive.
Hanno lavorato alacremente in questo funesto
periodo di Covid19, bardati con ogni sorta di protezione questi uomini
addetti alla tutela sanitaria dei malati: tra queste mani che hanno
salvato, intubato, curato, ci sono stati anche molti dottori ed
infermieri omosessuali.
Cambiava qualcosa ai vostri occhi?
Erano meno attenti oppure operativi rispetto ai loro colleghi eterosessuali?
Non portavano anche loro sul volto i medesimi segni violacei e vistosi delle mascherine protettive?
Non erano forse anche loro esattamente sfiniti dai turni come tutti gli altri eteroaffettivi?
Quindi, perché mai dovrebbe esistere ancora una distinzione nel
concetto di essere umano in base alle proprie attrazioni affettive,
quando per tutto il resto, produciamo, serviamo e siamo indispensabili
esattamente come tutti gli altri?
Le gabbie dell'ignoranza,
oggi più che mai dopo un periodo tanto triste, devono portarci
maggiormente a riflettere, rivalutare ed inglobare il tutto in una sana,
concreta e palese normalità.
Bisogna ricordare per non
dimenticare, ma imparare a guardare avanti, guardare all'individuo e
alla sua unicità, al di là di schemi retrogradi ed inutili che nulla
giovano alla crescita di una futura società giusta e corretta.
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PROTEGGIAMO LE FAMIGLIE ARCOBALENO DALL'OMO-BI-TRANSFOBIA
di Sara Dallabora di Associazione Famiglie Arcobaleno
In Italia c'è ancora tanto da fare sull'omobitransfobia e sull'omofobia che colpisce le famiglie arcobaleno e i loro bimbi.
Nel 2020 siamo ancora senza diritti, abbiamo ancora bambini di serie B e nessuna legge che ci tuteli. Le scuole non toccano l'argomento e i nostri figli sono talvolta vittime di bullismo.
Oggi come ieri stop omofobia, per tutte le persone omossessuali, transgender e bisessuali. Per tutte le famiglie, qualunque esse siano.
Chiediamo allo stato una legge che ci tuteli contro le discriminazioni e contro le differenze, chiediamo diritti e doveri, senza chiedere quale sia la nostra inclinazione sessuale.
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NON SMETTEREMO MAI DI IMPEGNARCI PER UNA SOCIETA' LIBERA DALLE DISCRIMINAZIONI!
di Giovanni Sesenna!
Il 17 Maggio ricorre il 30° anniversario dell'eliminazione dell'omosessualità nella lista OMS delle malattie mentali: sembra passato tanto tempo, ma in realtà è un battito di ciglia.
In questi ultimi anni il nostro Paese ha fatto molti passi avanti ma manca ancora una legge contro l’omo-bi-transfobia che tuteli la nostra comunità in modo adeguato da aggressioni fisiche e psicologiche, queste ultime soprattutto difficilmente rimarginabili.
Non smetteremo mai di impegnarci per una società libera dalle discriminazioni.