In occasione della Giornata della Memoria anche l'Arcigay di Piacenza dà il proprio contributo alla riflessione facendo proprie le parole dell'amica Federica Bernardini per ricordare la vergogna dei triangoli rosa.
Nel
culto di epoche passate, il triangolo ebbe connotazioni di una certa
sacralità e simbolismo di luce e positività. Non ebbe il medesimo
significato nel periodo storico e infausto del nazifascismo, dove “il
sangue di poveri innocenti venne versato per la sola colpa di essere
nati” - cit. Senatrice Liliana Segre - esattamente su quei
triangoli, su quelle divise rigate e lacere dove veniva
sistematicamente intessuto.
Triangoli
rovesciati color giallo con stella di David, triangoli viola,
triangoli rossi, triangoli neri. Ma esistevano anche i triangoli
rosa. Ognuno di questi triangoli col proprio significato e ognuno col
proprio disvalore.
Il
triangolo rosa o il "Rosaroter", detto alla tedesca, era
abbinato alle persone omosessuali (particolarmente di genere
maschile), che a Mauthausen trovarono maggior flusso e inserimento. Nello
specifico, persone vendute per soldi da un vicino di casa che li
denunciava, rastrellati dai fascisti in Italia esattamente come gli
ebrei; casa per casa, ritrovo per ritrovo.
Furono pochissimi i
superstiti che tornarono indietro per poter raccontare tali atrocità
viste e vissute. Rimane
una testimonianza preziosa quella di Lucy, 94enne transessuale del
Piemonte, sopravvissuta al campo di Dachau, sulla cui storia è stato
scritto anche un libro. Molti
furono gli omosessuali che nelle maniere più abominevoli vennero
sradicati da tutto; stipati su carri merce, tatuati e privati di ogni
dignità e compassione per essere poi gasati e fatti passare
attraverso una lugubre sfiatata di fumo da un camino, una colonna di
fumo che non avrebbe avuto alcun colore: né viola, né giallo, né
tantomeno rosa. Ma soltanto il colore della più misera vergogna.
Nulla
va dimenticato, nulla va sottaciuto e nulla va edulcorato o
ammorbidito.
Ogni
27 gennaio deve essere una data storica e fondamentale, un monito per
tutti noi, perché nulla di simile possa nuovamente innescarsi nella
nostra società e nulla possa farci più sprofondare in una simile
vergogna in qualità di esseri umani senzienti, fautori di un futuro
mondo più giusto, di pari diritti e sacro rispetto per tutti.
Federica Bernardini
e il Direttivo Arcigay Piacenza Lambda
Federica Bernardini
e il Direttivo Arcigay Piacenza Lambda