Nel 1983 un sondaggio ISTAT pubblicato su La Stampa rivelò che il 56% degli italiani di allora considerava una malattia l'omosessualità (trent'anni dopo scesero al 25%). Solamente il 39% avrebbe accettato un figlio gay, a fronte del 25% che l'avrebbe sottoposto a "terapie riparative" e il 22% ci avrebbe troncato ogni rapporto. Il 33% era a favore dell'introduzione del reato di omosessualità e il 15% avrebbe voluto una legge per impedire l'assunzione di persone omosessuali in certi posti di lavoro. La società italiana era ancora fortemente "eterosessista" (e tuttora lo rimane), ma cosa significa? E che differenza c'è con l'"eteronormatività"? Come si declina la discriminazione in questo senso? Quanti tipi di discriminazione omofobiche esistono?
Domenica 14 ottobre, alle ore 21, allo Spazio 2 (via XXIV Maggio 52) l'incontro su eterosessismo ed eteronormatività a cura dei referenti web e cultura Edoardo Pivoni e Andrea Pancini.